balconi

Avete a disposizione un balcone ampio e spazioso e state pensando di farlo diventare una veranda a tutti gli effetti? Il primo passo è quello di provare a capire se la normativa italiana attualmente in vigore consente una cosa del genere, poi è necessario comprendere e valutare che tipo di investimento serve mettere in conto.

Lo spazio del balcone può tornare utilissimo, spesso e volentieri, anche per riadattarlo ad altri ambienti, risparmiando alcuni ambienti domestici. La superficie del balcone, quindi, potrà essere impiegata per l’allestimento, giusto per fare un esempio, di una postazione dedicata allo studio o al lavoro, oppure si può pensare di creare uno spazio dedicato al fitness e agli allenamenti.

Indipendentemente dalla motivazione che vi spinge a riadattare il balcone, è fondamentale essere precisi nel seguire un determinato iter, altrimenti il rischio che si corre è quello di fare degli errori importanti. Proviamo a capire quale sia tale percorso e come valutare le diverse soluzioni verande balconi disposizione, sia in termini di costi che sotto altri aspetti che possono fare la differenza.

In tanti Paesi che si trovano nel Nord Europa c’è una vera e propria tradizione in riferimento alla realizzazione di verande sul balcone. L’obiettivo, secondo tali abitudini, è quello di poter sfruttare il maggior quantitativo possibile di luce solare. Di qui l’esigenza di tanti di chiudere un balcone sfruttando delle vetrate non solo frontalmente, ma pure ai lati.

Come si installa una veranda, l’iter burocratico

L’installazione di una veranda prevede prima di tutto di inviare un’apposita richiesta al Comune in cui si trova l’immobile. In caso contrario, ovvero costruendo la veranda senza aver ottenuto tale permesso, si sta compiendo un vero e proprio abuso edilizio. Quali sono i rischi connessi a tale pratica illecita? Tra sanzioni e condanne si può arrivare anche in ambito penale, senza dimenticare come ci sia sempre comunque l’obbligo di demolizione.

Di conseguenza, il primo passo è quello di presentare apposita richiesta di installazione presso il Comune in cui è collocato l’immobile. Sarà compito dell’ufficio tecnico, poi, considerare una serie di aspetti e di elementi, sia dal punto di vista ambientale che strutturale, che si riferiscono al progetto che è stato presentato.

Installare una veranda vuol dire anche ottenere un altro vantaggio: ovvero, incrementare il volume di tutto l’immobile. Di conseguenza, serve prendere informazioni in merito alla volumetria residua. In questo modo, ecco che si deve presentare un progetto specifico, che comprenda anche un’apposita relazione tecnica. Nel momento in cui tale immobile dovesse essere sottoposto a dei vincoli di carattere paesaggistico, si dovrà necessariamente ottenere anche il parere preventivo della Soprintendenza che ha tale competenza.

I punti di forza di tale trasformazione

Le vetrate di una veranda sono in grado senza ombra di dubbio di valorizzare l’ambiente e di fare in modo che l’abitazione intera diventi molto più luminosa e anche certamente più ariosa. Non solo, dal momento che la gestione del caldo e freddo all’interno dell’immobile può trarne vantaggio, riducendo anche i consumi di energia.

Le verande, infatti, possono giocare un ruolo senz’altro molto interessante dal punto di vista del risparmio energetico abitativo. Non è un caso, infatti, che l’Agenzia delle Entrate ritenga l’installazione di verande proprio alla stregua di una ristrutturazione edilizia.

Possono essere impiegati i più disparati materiali. È bene ricordare come le verande dallo stile più classico siano quelle formate da delle strutture verticali, che garantiscono un importante supporto alle superfici in vetro. Ci sono diversi materiali con cui può essere realizzata tale struttura: quelli maggiormente diffusi, apprezzati e utilizzati sono il legno, ma alluminio e pvc, senza dimenticare chiaramente il vetro.

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